CitBOT è il primo chatbot che parla di diritti umani

Negli ultimi anni ci siamo sempre più abituati ai chatbot per interagire con le aziende. La tecnologia dei chatbot non è perfetta, si tratta pur sempre di meccanismi di machine learning che cercano di approssimare il significato delle frasi che scriviamo e fornire una risposta in base a quello che credono sia stato richiesto. Dai tempi di Doretta, il famoso bot di MSN Messenger, si è comunque fatta molta strada, e oggi i bot sono in grado di aiutare molti clienti a capire quali prodotti di una azienda siano più adatti alle loro esigenze, oppure come eseguire gli ordini online e compilare moduli per richieste di vario tipo. Naturalmente, l’italiano è una lingua complicata, e i sistemi di Natural Language Processing sono meno affidabili di quelli per lingue come l’inglese e il francese. In buona parte perché poche aziende fanno ricerca su questo tema e le università sono mal finanziate, i principali passi avanti sono stati fatti dal CNR di Pisa. Ad ogni modo, anche aziende italiane hanno iniziato a usare i chatbot per automatizzare alcuni rapporti con i clienti, soprattutto per la ristorazione e il settore alberghiero. Oggi è infatti possibile contattare un bot per prenotare una stanza in albergo o per ordinare del cibo. Naturalmente, anche la pubblica amministrazione potrebbe ottenere grandi benefici dai chatbot, permettendo ai cittadini di ottenere risposte tramite il bot invece di dover fare la fila a uno sportello e tenere impegnato un funzionario pubblico. Esistono alcuni progetti, per esempio in Piemonte, e ci sono aziende che propongono dei bot proprio per gli uffici della PA, ma non abbiamo dati che dimostrino l’effettivo impiego di questa tecnologia. Un altro ambito in cui i bot possono rivelarsi utili è l’informazione dei cittadini: vi sono infatti un sacco di questioni legate ai diritti (e doveri) che le persone non conoscono, e su cui è difficile trovare informazioni persino nei vari uffici pubblici.

Il bot con cui dialogare per ricevere informazioni legalmente e scientificamente accurate su salute e diritti civili

Ci ha pensato l’Associazione Luca Coscioni, con l’azienda Revevol, realizzando il primo bot dedicato all’informazione sui diritti civili. Revevol è una azienda fondata da Massimo Cappato, fratello del politico radicale Marco famoso proprio per la vicinanza all’associazione Coscioni e per l’autodenuncia dopo avere accompagnato Fabiano Antoniani in Svizzera per ricorrere all’eutanasia. Il bot, chiamato CitBOT, è raggiungibile tramite il sito web www.citbot.it oppure tramite il bot Telegram @TeleCitbot. La sua sperimentazione è iniziata a giugno, e ormai è operativo in molti ambiti, dal testamento biologico alla salute riproduttiva e il diritto d’asilo. La speranza è di offrire le informazioni necessarie alle persone in difficoltà, sopperendo alle carenze del sistema pubblico. Per esempio, una coppia che scopre di avere una gravidanza indesiderata potrà ottenere subito le informazioni di cui ha bisogno, senza correre il rischio di subire la tipica discriminazione che si riceve rimbalzando tra un obiettore di coscienza e l’altro. Secondo i dati dell’associazione Coscioni, almeno 15 mila donne l’anno rinunciano a tutele ginecologiche, persino alla contraccezione di emergenza, per timore di essere stigmatizzate mentre parlano con un obiettore. Il bot è in grado di imparare dalle conversazioni, e verrà man mano allenato su altri temi, per offrire una base di conoscenze legali e mediche per ogni persona, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Si tratta del primo tentativo in Italia, e uno dei primi in Europa, per offrire ai cittadini informazioni su temi sensibili, riducendo l’imbarazzo del parlare con un’altra persona. Naturalmente, il bot è allenato per riconoscere le situazioni che richiedono l’intervento di un medico, e nel caso invita l’utente a rivolgersi al corretto specialista. Al momento sono già diverse migliaia gli utenti che hanno contattato il bot, segno che effettivamente si sentiva il bisogno di ottenere chiarimenti su questi temi delicati da una fonte autorevole ma comunque con cui è possibile avere un dialogo.

Luca Tringali

Luca Tringali

Giornalista, autore per GNU/Linux Magazine Italia dal 2010, e attuale redattore della rivista. Si occupa di divulgazione scientifica e tecnologica, in particolare nel campo dell'intelligenza artificiale e la sicurezza informatica.

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